Se, oltre che il
veterinario di famiglia, non fossi amico di vecchissima data di Buck e Bibi,
non avrei accettato l'invito. Certe cose mi disturbano. Vedete, io penso che
gli umani sono “solo umani”, ma proprio in quanto umani, hanno una loro dignità
che noi non rispettiamo di certo quando li trasformiamo in caricature di noi
stessi.
Quando sono arrivato a
casa di Buck e Bibi, Paolo e Chiara mi sono subito corsi incontro facendomi
festa alla maniera degli umani, buttandomi le braccia al collo e cercando di
baciarmi. Sono creature molto affettuose, e io sono il loro medico da anni.
Solo dopo che Buck è
intervenuto con energia per riportare l'ordine, ho cominciato a focalizzare
meglio la situazione.
Chiara era stata vestita
con una tutina bianca, i capelli lunghi le erano stati accuratamente pettinati,
e sulla testa le era stato fissato un velo con dei fermagli. La tutina che era
stata messa a Paolo, invece, era nera e sul davanti aveva una pettorina che
simulava lo sparato di uno smoking col disegno di una cravatta.
I capelli di Paolo erano
stati tagliati corti, e la barba, sapete che di solito i maschi umani hanno
questa pelosità che esce dalle guance e dal mento e forma come un cespuglio o
una spazzola; bene, era stata ridotta a un filo sottile che gli incorniciava la
parte inferiore della faccia, era una cosa strana ma in un certo senso
elegante.
La tutina bianca
aderente di Chiara lasciava vedere perfettamente la rotondità dell'addome.
Sapevo che sarebbe toccato a me occuparmene. Nelle femmine umane, il canale del
parto è molto stretto rispetto alla testa del nascituro, a paragone delle
femmine di altre specie, e i parti sono difficili e dolorosi. Per fortuna, le
gravidanze umane sono anche lunghe, mancavano ancora diversi mesi e avevo tutto
il tempo per preparare l'occorrente.
Ora che mi guardavo in
giro, vedevo che la casa era affollata: c'erano tre o quattro ospiti che non
conoscevo, amici di Buck e Bibi, e un paio di umani evidentemente di proprietà
di questi ultimi.
I padroni di casa ci
fecero accomodare nel salotto buono, la stanza più ampia della casa che per
l'occasione era stata attrezzata a locale per la cerimonia. In fondo alla
stanza era stato piazzato un tavolo ricoperto da una lunga tovaglia bianca che
ricadeva fino a terra.
Al centro del tavolo era
stato collocato un grosso libro su di un leggio, e ai lati due candelieri con
le candele accese, era insomma la passabile imitazione di un altare.
Paolo e Chiara furono
fatti sedere davanti all'altare improvvisato, dietro il quale Buck prese posto
come officiante. Bibi si posizionò alle spalle dei due “sposi”.
Si, lo so, l'idea di un
matrimonio fra umani è ridicola, ma i miei ospiti prendevano la cosa molto sul
serio.
Buck si mise a leggere
la formula, sempre quella che si tramanda da tempo immemorabile, e nonostante
il grottesco della circostanza, non potei fare a meno di ammirarne una volta di
più la bellezza suggestiva, la forza poetica.
“Vuoi tu, Paolo,
prendere in moglie la qui presente Chiara nel bene e nel male, in ricchezza e
povertà, in salute e malattia, nella buona e nella cattiva sorte, finché morte
non vi separi?”
Bibi rispose di si per
Paolo, poi fece la stessa cosa per Chiara quando la formula fu ripetuta per
lei.
Buck concluse la
cerimonia dichiarando Paolo e Chiara marito e moglie.
Devo dire che i due
umani se ne stettero buoni e tranquilli per tutta la cerimonia. Naturalmente,
essa per loro non aveva nessun significato, ma erano contenti della
soddisfazione dei loro padroni. Gli umani sono creature molto sensibili.
Fu portata la torta: era
su tre piani, quello superiore, più piccolo, era dolce per gli umani, gli altri
due, di pasticcio di carne, per noi.
Buck mise il coltello in
mano a Paolo – naturalmente si trattava di un coltello-spatola non affilato – e
lo guidò a tagliare la torta. Dovette guidare la sua mano verso il piano più
alto; gli umani, non bisogna dimenticarlo, hanno un olfatto pessimo, ma poi se
l'è cavata egregiamente a tagliare le fette. Gli umani sono creature
intelligenti e con una notevole manualità, se ben addestrati, possono fare cose
incredibili.
A questo punto, sono
intervenuto e ho raccomandato a Buck e Bibi di evitare che Paolo e Chiara si
abbuffassero.
Questa è una cosa che
sto ripetendo da anni a tutti i miei clienti. Il fatto è che molti di loro
hanno idee vaghe sulle necessità alimentari degli umani. Gli umani sono golosi
di dolci e molti tendono a rimpinzarli, ma questa è una cosa pessima. Sebbene
gli umani riescano a metabolizzare gli zuccheri, in quantità eccessive sono
molto dannosi, specialmente se si tratta di umani di casa che fanno una vita
sedentaria.
Molti hanno l'abitudine
di dare agli umani le stesse cose che mangiano loro, o magari i loro avanzi.
Di per sé il nostro cibo
non fa male agli umani, ma non bisogna esagerare e occorre prudenza, non
dimentichiamo che gli umani hanno un olfatto poco efficiente, e fanno fatica a
capire se la carne è avariata.
Soprattutto, molti
dimenticano che gli umani sono onnivori e hanno bisogno di una dieta variata.
Occorre dare loro anche cereali, legumi, frutta, verdure.
Quando me ne sono
andato, ero in preda a sentimenti contrastanti. In un certo senso si può dire
che era stata una bella festa, ma mi aveva messo in imbarazzo.
Credo che sia naturale
in tutti i proprietari di umani una certa tendenza a caninizzarli, ma insomma
si dovrebbe quanto meno cercare di evitare le esagerazioni.
Un bel racconto di Fabio per iniziare il nuovo anno di ASIMOV. Auguri a Tutti.
RispondiEliminaDi che razza erano gli umani? :)
RispondiEliminaInteressante il personaggio del veterinario. Brillante anche l'idea di matrimonio tra due "animali da compagnia".
Antonio